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Canarie: la tassazione nell’arcipelago

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Per chi pensa che il fisco italiano sia troppo aspro, le Canarie possono rappresentare un’ottima alternativa, che del resto è stata scelta da molti nostri connazionali nel corso degli ultimi anni.

L’arcipelago non fa parte dell’elenco dei famigerati paradisi fiscali, ma può presentare allo stesso tempo un regime estremamente interessante.

Un regime agevolato in grado di fungere da vera e propria attrazione per eventuali investitori che intendano aprire società o attività in grado anche di sfruttare la posizione strategica dell’arcipelago, senza alcun timore di essere strozzati da una fiscalità punitiva.

 

Come è strutturato il fisco nelle Canarie

 

La fiscalità delle Canarie va a comporre il cosiddetto REF, Regime Economico y Fiscal, cui contribuiscono in particolare:

1) l’IGIC ((Impuesto General Indirecto Canario), imposta sulle transazioni interne tra gli abitanti dell’arcipelago, attestata al 7% per i beni ordinari e al 13,5% per quelli non primari, la quale va in pratica a sostituire l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA);

2) la ZEC (Zona Especial Canaria), istituita nel 2000 a seguito dell’approvazione della Commissione Europea, che prevede una tassazione ridotta al 4% tesa a promuovere la crescita sociale ed economica delle Canarie;

3) la RIC, Reserva de Inversiones Canarias, la cui creazione risponde allo scopo di dare un impulso decisivo agli investimenti di risorse proprie, ovvero a stimolare le imprese spingendole ad autofinanziarsi per poter meglio sviluppare le attività varate nel quadro dell’arcipelago;

4) DIC, Deducion Inversion en Canarias, che agisce praticamente come la RIC, con la sola diversità relativa al fatto che tale agevolazione va ad influire in modo diretto sull’imposta.

Se si prende come riferimento la tassa che risulterebbe applicando le aliquote previste, il 30% non deve essere corrisposta in caso di reinvestimento in beni patrimoniali e può essere oggetto di accantonamento in una riserva apposita;

5) l’esenzione della tassa gravante sui “trasferimenti patrimoniali e sugli atti giuridici documentati” studiata per poter agevolare le imprese di nuova costituzione che fissino il loro domicilio alle Canarie;

6) lo sconto del 50% applicato alla quota dell’imposta sulle società che deriva dalla produzione e dalla successiva alienazione dei beni corporali e fisici e corporali all’interno delle Canarie, una misura studiata appositamente per favorire le attività agricole e industriali, la pesca e l’allevamento.

 

La tassazione prevista per i lavoratori autonomi

 

tassazione isole canarieSe alle aziende viene applicato il sistema che prevede una tassazione diretta o oggettiva, i professionisti sono dal canto loro oggetto esclusivamente di tassazione diretta.

In pratica gli autonomi si vedono applicare l’aliquota che corrisponde allo scaglione di reddito di pertinenza.

Il sistema della tassazione oggettiva prevede a sua volta l’applicazione di una aliquota fissa del 2% alla base imponibile, desunta per mezzo dell’utilizzo di coefficienti predeterminati alle spese che caratterizzano il lavoro svolto.

Si tratta del cosiddetto Modulo, dal cui campo di applicazione sono esclusi i lavoratori autonomi.

 

La tassazione sulle società di persone

 

Per quanto riguarda più specificamente le società, il livello di tassazione sugli utili da essi prodotti si attesta al 25%.

Un livello che riguarda sia le società che fatturino sotto i 5 milioni di euro e abbiano meno di 25 dipendenti, sia quelle che invece riescano a fatturare sino a 10 milioni di euro, avendo meno di 50 dipendenti.

Va però sottolineato come nel corso del primo biennio, nel caso di bilancio in attivo, l’aliquota vada ad attestarsi al livello del 15% sulla parte imponibile che arriva a 300mila euro, salendo al 20% per la parte che eccede.

 

Le informazioni presenti in questo articolo sono state prese dal sito Canarie Consulting.