Come affrontare l’eiaculazione precoce

Un italiano ogni tre ha il problema di eiaculazione precoce ma solo l’8% di coloro che ne soffrono, sono disposti a parlarne, dimostrando tangibilmente quant’è radicato questo tabù.
Ma come si affronta in modo positivo questo handicap che influisce negativamente sul rapporto di coppia?
Cos’è l’eiaculazione precoce
Esattamente, l’eiaculazione precoce è una eiaculazione che avviene prematuramente nel corso di un atto sessuale.
Stabilirne con esattezza la durata temporale che determini il fenomeno, non è affatto semplice.
Si deve eiaculare prima o durante la penetrazione? E quanto deve durare l’atto?
E, soprattutto, è colpa dell’uomo incapace di trattenersi o della partner?
Come si vede, i quesiti sono davvero tanti e ricchi di variabili.
E’ sufficiente pensare che si può soffrire di eiaculazione precoce anche dopo anni di regolare vita sessuale, tanto per fare un esempio.
E’ evidente che si tratta di un riflesso incontrollabile che diventa causa di un malessere psicofisico che può generare anche altre patologie.
Si divide in due tronconi: eiaculazione primaria, quando questa ha sempre caratterizzato la vita sessuale dell’uomo; oppure, eiaculazione secondaria quando giunge all’improvviso, sostituendo la normale sessualità condotta fino ad allora.
Il problema tocca anche la donna che, in qualche modo si ritiene responsabile di questa defaillance del partner e spesso, a lungo andare, il rapporto si deteriora a tal fine da generare tutti i presupposti per una separazione.
Le cause
Il problema può risalire a cause fisiche e/o a fattori psicologici.
Analizzando le prime possiamo constatare che l’infiammazione dell’uretra può essere un motivo scatenante, così come essere dotati di un corto prepuzio che causa una rapida stimolazione sessuale o, per ultimo, una fimosi.
Per quanto inerente all’aspetto psicologico l’ansia e la paura della qualità della propria prestazione sessuale, possono determinare la perdita del controllo.
Giocano a sfavore anche i rapporti qualora questi siano poco frequenti e originari di uno stress emotivo particolarmente significativo.
I rimedi
Alla base di tutto occorre avere un chiaro canale di comunicazione con la propria partner in quanto questa può rassicurare il compagno a resettare il concetto di timori in merito alle sue prestazioni, assicurando che non è mai messo ‘sotto esame’.
Anche una maggior frequenza dell’atto sessuale, consente all’uomo di trovare quella fiducia in se stesso e, con il tempo, normalizzare la sua eiaculazione.
In questo caso, una tecnica ottimale da utilizzare è quella dello ‘stop & go’, ossia iniziare l’atto di penetrazione per arrestarlo quasi subito prima di ricominciarlo di nuovo.
In questo caso gioca un ruolo fondamentale la donna che deve essere capace di aiutare il partner a capire quando fermare la penetrazione.
Un altro sistema, lo ‘squeeze’, che riesce a fermare l’arrivo della eiaculazione è quello che vede l’uomo fare una forte pressione sulla base del glande per bloccare l’imminente orgasmo.
L’utilizzo della tecnica di Master e Johnson può rivelarsi utile in taluni casi ma occorre ricordarsi che la pressione non deve essere particolarmente dolorosa e deve essere operata per non più di una quindicina di secondi.
Se questi escamotage non vanno a provocare gli esiti sperati, occorre rivolgersi ad un sessuologo che può prescrivere una terapia antidepressiva capace di rallentare l’eiaculazione in quanto agisce sul midollo spinale.
PDE5 inibitori come il Levitra, Viagra e Cialis o i farmaci SSRI antidepressivo sono le terapie più utilizzate in ambito farmacologico ma sempre sotto lo stretto controllo del medico specialista.