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Mutui a tasso variabile o fisso, differenze e rischi

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Le caratteristiche sulla base di cui valutare un mutuo sono molteplici, tuttavia la differenziazione più importante che riguarda questo tipo di finanziamenti è senza dubbio quella relativa alla tipologia di tasso.
Da questo punto di vista si possono distinguere due grandi categorie di mutui, quelli a tasso fisso e quelli a tasso variabile, scopriamo dunque di cosa si tratta e quali sono pro e contro dell’uno e dell’altro, non prima di un’utile premessa: il tasso d’interesse è sostanzialmente una maggiorazione degli importi che devono essere restituiti all’istituto che ha concesso il finanziamento, ed è proprio in questo modo che banche e società finanziarie riescono ad ottenere degli utili dallo svolgimento della loro attività. Leggi di più sull’argomento su ilquotidianodellabasilicata.com

Cosa sono i mutui a tasso fisso

Il mutuo a tasso fisso è una formula in cui il tasso d’interesse è stabile e non può in alcun modo variare per l’intera durata del contratto; nello specifico, in questo genere di mutui si applica il valore del tasso Eurirs, Euro Interest Rate Swap, il quale viene calcolato giornalmente sulla base di molteplici parametri.
Il principale vantaggio che contraddistingue il mutuo a tasso fisso è evidente, ed è quello di poter pianificare in modo estremamente preciso che tipo di spesa dovrà essere compiuta per restituire il finanziamento nella sua interezza.
Come detto, infatti, in questo genere di mutui il tasso è stabilito per contratto e non può variare in nessun caso, a prescindere dagli andamenti dei mercati finanziari e da qualsiasi altro tipo di esternalità.
L’aspetto negativo corrisponde al costo, il quale tende ad essere più elevato rispetto ai mutui a tasso variabile, è questo dunque il prezzo da pagare per potersi garantire la sicurezza che contraddistingue questo genere di mutui.

Mutui a tasso variabile: ecco cosa c’è da sapere

All’opposto dei mutui a tasso fisso, i mutui a tasso variabile possono vedere modificarsi il tasso d’interesse praticato dall’istituto bancario nel mentre il contratto è in corso; per i medesimi si fa riferimento al tasso Euribor, Euro Interest Bank Offered Rate, che proprio come l’Euris viene calcolato a cadenza giornaliera.
L’aspetto negativo di tale formula corrisponde dunque all’incertezza che la contraddistingue: nel momento in cui si sottoscrive il contratto con l’istituto finanziario erogatore, dunque, non si può conoscere quale tasso d’interesse dovrà essere riconosciuto in futuro, né è quindi possibile pianificare la spesa complessiva in maniera precisa.
Alla luce di tale incertezza, dunque, è evidente che nel momento in cui si pone in essere il contratto non è dato sapere se tale formula saprà rivelarsi conveniente o meno: potenzialmente, un mutuo a tasso variabile può essere più vantaggioso rispetto ad un mutuo a tasso fisso, ma potrebbe anche accadere che i tassi salgano e che quindi il finanziamento si riveli, nel suo complesso, molto più costoso.
L’aspetto positivo che connota questi mutui corrisponde al loro costo che, tendenzialmente, è più basso rispetto a quello dei mutui a tasso fisso.

Meglio il tasso fisso o il tasso variabile?

Se ci si chiede se sia preferibile scegliere un mutuo a tasso fisso oppure uno a tasso variabile, dunque, non esiste una risposta univoca: i fattori da tenere in considerazione sono molteplici e la valutazione dei medesimi è molto soggettiva.
Tra gli aspetti sulla base di cui soppesare l’una e l’altra soluzione, ovviamente, dev’esserci anche la durata del mutuo stesso.
Tendenzialmente, se si richiede un finanziamento da restituire in un lasso temporale piuttosto lungo si preferisce il tasso fisso, proprio perché eventuali innalzamenti dei tassi dovrebbero essere sopportati per lunghi anni e il costo complessivo dell’operazione salirebbe in modo importante, se invece si è interessati a un mutuo più breve, l’incertezza che contraddistingue il tasso variabile può essere fronteggiata con rischi più contenuti.